Così parlavano i longobardi

Così parlavano i longobardi

Quanti di voi sanno che una delle più grandi eredità lasciateci dai longobardi è una gran quantità di termini, alcuni ormai desueti ed altri invece tanto noti quanto impensabili?
🔹️Nel glossario moderno, la antica lingua germanica è stata la seconda per influenza dopo il latino antico, e la fusione tra le due ha generato quei termini volgari le cui etimologie appartengono a circa 300 parole oggi di uso comune.
🔸️ “Dai, che fagar!”, penserete, visto che “fagar”, con i significati di “bello, attraente, brillante” è il più volte avolo del gettonatissimo “figo”.
🔹️Giusto per rendere un’idea di quanti e quali siano queste parole, vorrei passare a descrivere queste immagini di vita altomedioevale sostituendo i termini longobardi a quelli attuali e lasciandovi ipotizzare il loro significato nel contesto.
🔸️Due nobili longobardi, il wigant Ildebrando e la consorte Rustica, trascorrono un morgin di baida in un wald uzzan del loro thrupja. L’abbigliamento del wigant è realizzato appositamente per l’attività di caccia, riservata perlopiù in questi wald al pair ed altri tipi di baizzan. Il suo equipaggiamento è composto da uno zainja che contiene alcuni handegawerk e da arco e kukurra. La neve abbondante caduta nei giorni precedenti rende faticoso l’avanzamento lungo il stan ed in alcuni punti arriva oltre la metà dei hosa; Rustica si aiuta con un bango. La dura camminata rende strak i due che devono skekkjan procurare della legna dal wald di alberi di fereha e castagne e preparare la hizza per cuocere le pietanze. Mentre Ildebrando helza l’ascia procurando branka e skorza per accendere il fuoco, Rustica individua un ripiano di roccia poco distante dalla rokka e comincia a spizzen il bango per la carne, dopo aver messo al fresco nella neve la flasca di bior ed aver allestito le skirpa. Al termine di questa fagar morgin, i due longobardi possono tornare al loro thrupja strak ma a mago pieno!

Riferimento “Longobardi di Castel Trosino”